I Principali Fattori di Investimento e Come Identificarli

Disclaimer
Le informazioni contenute in questo documento sono puramente indicative a solo scopo informativo e non costituiscono consulenza finanziaria personalizzata. Ogni decisione d’investimento va valutata in base alla propria situazione e, se necessario, discussa con un professionista qualificato.

Nel precedente articolo abbiamo introdotto il concetto di Factor Investing, una strategia che mira a catturare specifici “premi di rischio” nel mercato. Ma quali sono questi fattori e come possono gli investitori riconoscerli e sfruttarli? In questo approfondimento, esamineremo i fattori di investimento più studiati e riconosciuti, fornendo una guida su come identificarli e comprenderne il potenziale.

È importante ricordare che, sebbene questi fattori abbiano mostrato una persistenza storica, le performance passate non sono garanzia di risultati futuri. La comprensione e la gestione di queste strategie richiedono un orizzonte temporale adeguato e una solida disciplina.

I Fattori di Investimento Fondamentali

La ricerca accademica ha identificato diversi fattori che spiegano una parte significativa dei rendimenti e del rischio degli asset. Ecco i principali:

1. Valore (Value)

Il fattore Valore si basa sull’idea che le azioni di aziende scambiate a un prezzo inferiore rispetto al loro valore intrinseco (aziende “sottovalutate”) tendano a sovraperformare nel lungo periodo le azioni “growth” (crescita), che sono spesso scambiate a multipli più elevati in base alle aspettative di crescita futura.

  • Come identificarlo: Le aziende “value” sono spesso caratterizzate da bassi rapporti prezzo/utile (P/E), prezzo/valore contabile (P/B), o alti dividend yield (rendimento da dividendo). Questo suggerisce che il mercato non sta pagando un premio elevato per i loro utili o il loro patrimonio.
  • Logica: Si ritiene che gli investitori possano sottovalutare temporaneamente aziende solide ma meno “alla moda”, creando opportunità per chi è disposto ad aspettare che il loro valore venga riconosciuto.
  • Esempio Storico: Storicamente, le azioni value hanno mostrato periodi di forte sovraperformance, anche se con lunghi cicli di sottoperformance in altri momenti.

2. Dimensione (Size)

Il fattore Dimensione suggerisce che le azioni di aziende con una capitalizzazione di mercato più piccola (le cosiddette “small-cap”) tendano a generare rendimenti superiori rispetto alle aziende di grandi dimensioni (“large-cap”) nel lungo termine. Questo premio è spesso attribuito al maggiore rischio (e alla minore liquidità) associato alle aziende più piccole.

  • Come identificarlo: Si riferisce principalmente alle aziende con una capitalizzazione di mercato inferiore rispetto alla media del mercato di riferimento.
  • Logica: Le aziende più piccole possono avere un potenziale di crescita maggiore e possono essere meno efficientemente valutate dal mercato. Tuttavia, sono anche spesso più volatili e sensibili alle condizioni economiche.
  • Esempio Storico: Studi accademici, come quelli di Fama e French, hanno evidenziato un “small-cap premium” nel corso di lunghi periodi.

3. Momento (Momentum)

Il fattore Momento si basa sul principio che i titoli che hanno mostrato una forte performance recente (positiva o negativa) tendono a continuare questa tendenza per un certo periodo. In altre parole, “ciò che è salito tende a salire ancora” (e viceversa).

  • Come identificarlo: Si valutano i rendimenti di un titolo o di un gruppo di titoli su un periodo recente (es. gli ultimi 3-12 mesi), escludendo l’ultimo mese per evitare l’effetto “reversal”.
  • Logica: Questo fattore è spesso spiegato da bias comportamentali degli investitori, come l’under-reazione iniziale alle notizie e il successivo inseguimento del trend (“herd mentality”).
  • Esempio Storico: Il momentum è stato un fattore riconosciuto in molti mercati, ma richiede strategie di gestione attive per il ribilanciamento e può essere volatile.

4. Qualità (Quality)

Il fattore Qualità si concentra su aziende con bilanci solidi, alta redditività, bassa leva finanziaria (poco debito) e utili stabili e prevedibili. L’idea è che queste aziende, essendo intrinsecamente più robuste, offrano rendimenti più stabili e potenzialmente superiori nel lungo termine, con un rischio inferiore.

  • Come identificarlo: Si cercano metriche come elevato Return on Equity (ROE), alto Return on Assets (ROA), basso rapporto debito/equity, stabilità degli utili e flussi di cassa consistenti.
  • Logica: Gli investitori sono disposti a pagare un premio per la stabilità e la solidità finanziaria, che possono tradursi in minori perdite nei periodi di mercato avversi.
  • Esempio Storico: Le aziende di qualità tendono a essere più resilienti durante le crisi di mercato e possono sovraperformare in contesti di incertezza.

5. Bassa Volatilità (Low Volatility)

Contrariamente all’intuizione comune che maggiore rischio equivalga a maggiore rendimento, il fattore Bassa Volatilità suggerisce che i titoli meno volatili (quelli che fluttuano meno) possono generare rendimenti simili o addirittura superiori a quelli più volatili, ma con un rischio significativamente inferiore.

  • Come identificarlo: Si cercano titoli o portafogli con una beta inferiore a 1 o con deviazioni standard storiche ridotte rispetto al mercato.
  • Logica: Questo fenomeno è spesso spiegato da vincoli per gli investitori istituzionali, dalla leva finanziaria degli investitori o da bias comportamentali che portano a “inseguire” azioni più rischiose ma con rendimenti attesi spesso delusi.
  • Esempio Storico: Particolarmente interessante in periodi di mercato turbolenti, può offrire un “rendimento risk-adjusted” superiore.

Come Funziona l’Identificazione dei Fattori?

Per gli investitori individuali, l’identificazione e l’implementazione diretta di questi fattori tramite la selezione di singoli titoli è complessa e richiede risorse significative. Fortunatamente, l’approccio più comune e accessibile per investire nei fattori è tramite gli **ETF basati su fattori** (spesso chiamati anche “Smart Beta ETF”).

Questi ETF non replicano un indice tradizionale ponderato per la capitalizzazione, ma seguono indici che sono stati costruiti appositamente per sovrappesare le azioni che mostrano una forte esposizione a un determinato fattore (o a una combinazione di fattori). Sarà l’ETF stesso, attraverso la sua metodologia di costruzione dell’indice, a occuparsi di identificare e selezionare i titoli “Value”, “Small Cap”, “Momentum”, ecc.

Conclusioni

I fattori di investimento offrono un modo sofisticato ma accessibile per affinare la propria strategia passiva. Comprendere i principali fattori (Valore, Dimensione, Momento, Qualità, Bassa Volatilità) e la logica che li sottende è il primo passo per considerare come questi possano essere integrati nel proprio portafoglio. Nel prossimo articolo, approfondiremo proprio come implementare il Factor Investing nella pratica, concentrandoci sull’uso degli ETF.

Riferimenti e Fonti Autorevoli